Utilizzare una piattaforma di lavoro elevabile implica molto più che salire a qualche metro da terra: significa rispettare normative precise e tutelare la propria sicurezza e quella degli altri operatori presenti.
Una delle domande più frequenti tra gli operatori riguarda proprio l’obbligo di indossare l’imbracatura su una piattaforma aerea. È davvero sempre obbligatoria? In quali casi si può evitare? Quali sono i dispositivi giusti da usare e cosa si rischia in caso di controlli o incidenti?
In questo approfondimento chiariamo cosa dice la normativa italiana, quando l’imbracatura è necessaria, quali DPI devono essere utilizzati e quali sono gli errori più gravi da evitare. Un approfondimento completo per chi opera su piattaforme di lavoro elevabili, ma anche per chi ne gestisce il noleggio o la formazione del personale.
Quando è obbligatoria l’imbracatura su una PLE?
La normativa non prevede un obbligo indiscriminato, ma stabilisce l’uso dell’imbracatura in base alla macchina impiegata e alle condizioni operative.
In particolare, la normativa di riferimento – composta dal D.Lgs. 81/2008 e dall’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2012 – stabilisce che l’imbracatura con sistema anticaduta sia sempre obbligatoria su tutte le piattaforme semoventi articolate o sollevatori telescopici. Questo perché, in caso di urti, oscillazioni improvvise o spostamenti laterali, l’operatore può essere sbalzato fuori dalla cesta. Il parapetto, da solo, non è sufficiente a garantire la trattenuta.
Diverso il caso delle piattaforme verticali a pantografo. Qui l’obbligo non è automatico, ma si attiva solo in presenza di rischi aggiuntivi, come vento forte, superfici instabili o ostacoli ravvicinati. In questi casi, è la valutazione del rischio a determinare se l’imbracatura debba essere indossata o meno.
Non è corretto affermare che “il parapetto basta” o che “per pochi minuti si può evitare l’imbracatura”. La normativa richiede una valutazione attenta delle condizioni operative e, in caso di incertezza, impone di adottare la soluzione più cautelativa per la sicurezza dell’operatore.
È importante sottolineare che la responsabilità della valutazione del rischio non ricade solo sull’operatore, ma anche sul preposto, sul datore di lavoro e, nei casi di lavoro in appalto, sul committente.
La corretta redazione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) e delle procedure di accesso in quota deve includere le PLE e indicare chiaramente quando e quali DPI devono essere utilizzati.
Una valutazione generica o non aggiornata potrebbe essere considerata omissiva in caso di controllo o infortunio.
Quali DPI sono richiesti per lavorare in sicurezza su piattaforme aeree
Quando l’imbracatura è necessaria, non ci si può improvvisare. I dispositivi di protezione individuale devono essere certificati e compatibili tra loro, secondo quanto stabilito dalle norme europee.
Il sistema di sicurezza completo deve includere:
- Un’imbracatura anticaduta conforme alla norma EN 361, dotata di punto di ancoraggio dorsale o sternale. Deve essere regolata correttamente sul corpo e sottoposta a ispezioni regolari.
- Un cordino con dissipatore di energia, conforme alla norma EN 355, oppure un dispositivo retrattile EN 360, utile quando si lavora a distanze ridotte dal punto di ancoraggio. Entrambi devono essere dotati di moschettone con chiusura automatica certificato EN 362.
- Un punto di ancoraggio certificato sulla piattaforma: tutte le PLE ne sono provviste, ma è sempre necessario verificarne l’integrità prima dell’uso.
Una delle criticità più diffuse riguarda proprio la scelta del cordino: se troppo lungo, non trattiene l’operatore in caso di caduta, ma ne accompagna il volo verso il basso, aumentando il rischio di impatti gravi. È quindi essenziale adeguare la lunghezza del sistema anticaduta alle reali condizioni di lavoro.
Un altro aspetto spesso trascurato riguarda la corretta conservazione dei DPI. Imbracature e cordini devono essere custoditi in ambienti asciutti, protetti da agenti chimici, polvere o fonti di calore, e non devono mai essere lasciati all’interno delle ceste delle PLE.
I DPI devono riportare il numero di matricola, la data di produzione e il certificato di conformità CE. In assenza di questi requisiti, l’attrezzatura deve essere considerata non conforme.

Cosa rischia chi non usa l’imbracatura: sanzioni e responsabilità
Non utilizzare l’imbracatura quando richiesto dalla normativa non è solo una leggerezza, ma una violazione grave della legge. Le sanzioni previste dal Testo Unico sulla Sicurezza sono severe e coinvolgono sia il lavoratore che il datore di lavoro.
Nel dettaglio:
- Il datore di lavoro, se non fornisce i DPI o non vigila sul loro corretto utilizzo, può essere sanzionato fino a 6.400 euro e rischiare l’arresto fino a sei mesi.
- Il lavoratore che non indossa l’imbracatura può incorrere in una multa fino a 600 euro, oltre a rispondere personalmente in caso di infortunio.
Ma le conseguenze più gravi emergono in caso di incidente grave o mortale. La mancanza dei DPI, in questi casi, diventa un’aggravante penale. Se l’assenza dell’imbracatura è ritenuta una concausa dell’evento, può scattare l’imputazione per omicidio colposo. Una responsabilità che può coinvolgere anche il responsabile di cantiere, il RSPP e i dirigenti.
Secondo i dati INAIL, una quota rilevante degli infortuni gravi da caduta avviene proprio durante l’uso improprio o non conforme delle piattaforme aeree. E in molti casi, il mancato utilizzo dell’imbracatura è un elemento ricorrente nei verbali ispettivi e nei fascicoli in mano alla magistratura.
Le tipologie di piattaforma e il rapporto con la sicurezza
Conoscere le differenze tra le varie tipologie di piattaforme è fondamentale per applicare correttamente quanto previsto dalla normativa. Ogni modello, infatti, presenta caratteristiche operative e profili di rischio differenti. Le principali sono le seguenti:
Le piattaforme con braccio articolato o telescopico – che si muovono anche in orizzontale – espongono l’operatore a rischi elevati di ribaltamento o espulsione, soprattutto in presenza di ostacoli, vento o terreni non perfettamente stabili. In questi casi, l’utilizzo dell’imbracatura con sistema anticaduta non è una scelta, ma un obbligo previsto dal D.Lgs. 81/2008 e ribadito dall’Accordo Stato-Regioni del 2012.
Le piattaforme verticali, come i pantografi semoventi, presentano invece un livello di rischio più contenuto. Tuttavia, anche in questo caso è necessario valutare attentamente il contesto operativo: una leggera inclinazione del terreno o la presenza di ostacoli possono modificare sensibilmente la stabilità della macchina.
Infine, è bene ricordare che i carrelli elevatori modificati, le autogru con cestelli improvvisati o qualsiasi altra attrezzatura non conforme non sono ritenuti idonei all’utilizzo per il sollevamento di persone. Il loro impiego rappresenta una grave violazione della Direttiva Macchine 2006/42/CE e del D.Lgs. 17/2010, con sanzioni pesanti e gravi rischi per la sicurezza.
I falsi miti da sfatare sull’uso dell’imbracatura
Nell’ambito della sicurezza, la disinformazione è uno dei pericoli più insidiosi. Ecco alcune delle affermazioni errate che ancora oggi si sentono troppo spesso sui cantieri:
“Non serve l’imbracatura perché il parapetto è alto”
→ Falso: il parapetto protegge da cadute accidentali, ma non trattiene l’operatore in caso di sbalzo.
“Siamo al chiuso, quindi è più sicuro”
→ Falso: urti, oscillazioni e malfunzionamenti possono avvenire anche in ambienti interni.
“Mi serve solo per un minuto”
→ Falso: gli incidenti gravi avvengono spesso proprio nei primi secondi dell’intervento.
La sicurezza è garantita solo quando tutti i fattori sono rispettati: procedure corrette, valutazione dei rischi e dispositivi indossati nel modo previsto. Ignorare anche uno solo di questi elementi significa mettere in pericolo l’incolumità dell’operatore.

Formazione obbligatoria: senza patentino, niente PLE
Per poter utilizzare legalmente una piattaforma aerea, non basta avere i DPI. Serve anche il patentino per PLE, rilasciato da un ente accreditato.
Come previsto dall’art. 73 del D.Lgs. 81/08 e ribadito dall’Accordo Stato-Regioni, l’abilitazione si ottiene frequentando un corso di formazione obbligatorio, articolato in:
- Modulo teorico, con approfondimento su normativa, rischi e responsabilità
- Modulo pratico, con esercitazioni su piattaforme con e senza stabilizzatori
- Prova finale di verifica
Solo chi supera entrambe le fasi può ottenere il patentino, valido 5 anni. Senza questo documento, non è consentito salire su una piattaforma, nemmeno per interventi brevi.
La sicurezza non è una scelta, è un dovere
Indossare l’imbracatura su una piattaforma aerea non è un gesto simbolico, né una formalità. È una responsabilità concreta, che riguarda ogni figura coinvolta: l’operatore, il datore di lavoro, il noleggiatore e chi supervisiona le attività.
Promuovere la cultura della sicurezza significa prevenire rischi reali, ma anche aumentare la qualità e l’affidabilità del lavoro svolto. Chi rispetta la normativa non lo fa solo per evitare sanzioni, ma per proteggere persone e progetti, giorno dopo giorno.
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Domande Frequenti
L’imbracatura con sistema anticaduta è sempre obbligatoria su piattaforme semoventi articolate o sollevatori telescopici, secondo la normativa italiana.
I DPI richiesti includono un’imbracatura anticaduta conforme alla norma EN 361, un cordino con dissipatore di energia conforme alla norma EN 355, e un punto di ancoraggio certificato sulla piattaforma.
Chi non utilizza l’imbracatura quando richiesto rischia sanzioni severe, che coinvolgono sia il datore di lavoro che il lavoratore, e in caso di incidente grave o mortale, può scattare l’imputazione per omicidio colposo.